Della campagna elettorale di Vincenzo De Luca, ho già ampiamente scritto ieri. Adesso parliamo del dopo-campagna.
La notizia è di ieri sera, lanciata a Ballarò: secondo una rilevazione Euromedia, il 42% degli Italiani ritiene che De Luca debba dimettersi e che si debba tornare al voto. E’ un dato critico? No, è un dato eccellente. Significa, in soldoni, che l’ostilità degli Italiani verso LA TIGRE è pressoché dimezzata in meno di 3 mesi.
Com’è successo?
Andiamo per gradi. Qui sotto trovate la grafica presentata ieri sera in TV.
Io quelle righe microscopiche non riesco a leggerle, quindi possiamo permetterci di adottare tutte le cautele del mondo circa metodologia e campione. E il wording della domanda non è ancora noto: il rapporto presentato in TV non è ancora consultabile sul sito Sondaggi Politico Elettorali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Però … Però, leggete anche la tabella qui sotto, prodotta da un illustre istituto diretto da Nando Pagnoncelli.
Il 30 marzo questa rilevazione Ipsos ci forniva un dato completamente diverso: l’83% degli Italiani riteneva che De Luca dovesse ABBANDONARE la corsa elettorale a Presidente della Regione Campania! La domanda era direttiva, per carità, ma non mi aspetto un questionario con un’impostazione molto diversa rispetto ai numeri di ieri sera.
Il cambio di assetto degli Italiani registrato dalle due ricerche è palese, anche al di là della sua reale consistenza e del wording delle domande, appunto.
Vediamo quali dati ci interessano, però, anche a fronte di due set di risposte differenti:
1) a fine marzo solo il 7% degli Italiani non si schierava (Non so), mentre adesso l’area di incertezza è triplicata: 21,7%. C’è una minor disponibilità a tagliare i giudizi con la motosega. Complice la lista last minute della Bindi. Complice una crescita di notorietà ulteriore di De Luca, spinta dal mix di fattori che conosciamo: il caso nazionale durante e dopo la campagna, l’intervento di Renzi, Crozza, ma anche il risultato del voto, che, piaciuto o meno, consacra l’affermazione della TIGRE.
2) il 36% degli Italiani fa una grandissima pernacchia all’idea che si debba tornare a votare e, in sintesi, tollera qualcosa compreso tra la variazione istituzionale (governi il vice!) e nessuna variazione (governi l’eletto!).
3) in soldoni, il 57,7% (21,7+36) NON parteciperebbe a un intervento ai danni di De Luca: ritiene, infatti, che quello che è fatto è fatto o non considera impellente formarsi un’opinione sul tema.
4) c’è un 42% che proprio non vuole De Luca e che è convinto che si debba tornare al voto. Come si compone quel 42% è tutto da capire, ma oggi ci interessa dire che, stando ai dati Euromedia, è una percentuale nettamente più bassa della somma di M5S (21,0), Lega Nord (14), Forza Italia (12,7), Fratelli d’Italia (4,5), Area popolare (2,8) e SEL (4,4). Le forze, cioè, i cui leader si sono espressi criticamente rispetto al tema Severino.
5) e poi ci sono i DATI NON PUBBLICATI. Immagino che Euromedia abbia per le mani gli incroci opinione/intenzioni di voto (quale partito voterebbe alle elezioni … ?) e opinione/autocollocazione politica (lei si considera di sinistra, centrosinistra, centro, centrodestra, destra?), ma sono abbastanza sicuro che l’istituto avrebbe pubblicato qualche tavola in più se avesse registrato troppi mal di pancia nel Partito Democratico. Giornalisticamente per me questo significa una cosa: che, dal 30 marzo a oggi, forse qualcosa è cambiato nell’elettorato PD verso LA TIGRE DI SALERNO. Anzi, ormai LA TIGRE DELLA CAMPANIA.
Per leggere il racconto della campagna elettorale di Vincenzo De Luca Presidente, seguita con gli amici di Quorum, basta un click qui