Vince Vincenzo (2).

De Luca a “In 1/2 h” soffre giusto l’avvio del dibattito sulla Severino. Il crogiuolo di letture sulla legge non facilita certamente una comunicazione fluida quando si è sotto intervista, ma è proprio all’assenza di un’interpretazione univoca che si deve l’incapacità del tema (e delle associate campagne giornalistiche) di creare un danno elettorale vero. In sostanza, è roba così complicata che non gliene frega niente a nessuno.
Il resto è vittoria per KO tecnico contro una giornalista mastino temuta da molti.

Come ha fatto?

1) ha morso più forte. De Luca sa bene una cosa: se scendi sul campo della negoziazione con la Annunziata, lei non farà altro che forzare le tue concessioni per metterti in una posizione contraddittoria. Bisogna essere quindi “unforgiving“, granitici. Lei non farà regali, non farne neanche tu.

2) ha imposto i tempi. In mezz’ora i tempi sono facilmente quelli della scaletta della conduttrice. Che mirerà a colpire su un tema, spostarsi su un altro tema, colpire anche su quello. Un intervistato che vive una subalternità alla ribalta TV tenderà ad assecondare la sceneggiatura della giornalista. Grande errore. Fregarsene dell’orologio (della conduzione) è la scelta migliore. Vincenzo De Luca si prende “30 secondi per spiegare meglio” almeno 4 volte, rallentando i tempi, imponendo il ritmo.

3) non ha subito il palinsesto. TV nazionale, dopo l’abbuffata della domenica, giornalista che si definisce bipartisan. Toni paludati, morigeratezza sembrano d’obbligo quando si finisce nel salotto buono delle famiglie italiane. Ma De Luca non molla il suo personalissimo “graffio” e se ne fotte.  Dalla derubricazione della prima domanda sulla Severino come non-domanda all’accusa spianata di diffondere “pettegolezzi“, all’etichettatura delle opinioni riportate dalla giornalista come “imbecillità” e delle sue fonti come “pessime frequentazioni“.

4) non ha fatto come Clinton. C’è reato e reato. Nella testa delle persone, nella regione della Camorra, nell’Italia di Mafia Capitale, la questione degli ottomila e rotti euro del project manager equivale al pastrocchio extra-coniugale di Clinton del 1998 (se solo l’ex-Presidente USA non avesse ingigantito il problema a suon di balle). Insomma, è robetta. Robetta che, in quanto tale, smonta il dibattito stesso sulla Severino.  E De Luca si fa strada in mezz’ora proprio insistendo ripetutamente sul dettaglio del reato per il quale è stato condannato.

Io l’ho sempre detto che Bill Clinton si sarebbe potuto risparmiare un impeachment, se avesse ammesso candidamente: “She gave me a blowjob!“.